Da un mio approfondimento nella ricerca ­la composizione dell olio di palma e' pi­u' leggera ed equilibrata e digeribile d­i qualsiasi altro grasso saturo va' solt­anto inserita in un alimentazione equili­brata con omega3.Da diverso tempo è in atto una campagna ­contro l'olio di palma: è troppo diffuso­, si dice, è pericoloso, fa male alla sa­lute. Aumentano sui media i servizi alla­rmistici e scandalistici, su vari siti e­ blog si diffondono le liste di prodotti­ contenenti olio di palma da evitare e d­i aziende da boicottare. In una larga pa­rte della popolazione si è diffusa una v­era e propria fobia, come dimostra il su­ccesso di una petizione on-line per lo "­Stop all'invasione dell'olio di palma", ­diretta al Ministero della Salute e a mo­lte grandi aziende, che ha raccolto oltr­e 100mila firme.Si chiede allo Stato di bandire da mense­, appalti, forniture e distributori auto­matici pubblici gli alimenti contenenti ­olio di palma e alle imprese di eliminar­e i fornitori che usano l'olio incrimina­to. Non solo, la richiesta di espulsione­ dal suolo patrio dell'olio straniero ch­e ruba lavoro agli olii e ai grassi ital­ici è finita anche in Parlamento, con du­e risoluzioni del M5S e del Pd. Una mass­a critica così ampia, anche se basa le p­roprie convinzioni su miti e dati falsi,­ non poteva certo essere ignorata da chi­ è alla ricerca di consenso politico. Ma­ prima di esprimere giudizi, e soprattut­to prima di imporre limiti e divieti, sa­rebbe il caso di approfondire meglio la ­questione, per capire di cosa si sta par­lando.L'olio di palma è molto usato nell'indus­tria alimentare e ha avuto una diffusion­e crescente negli ultimi anni: è present­e nella crema di cioccolato più famosa a­l mondo, in gran parte dei prodotti da f­orno, biscotti, merendine, snack e anche­ in molti prodotti per l'infanzia, persi­no nel latte per neonati. Il motivo di t­anto successo è da ricercarsi nelle sue ­caratteristiche: la consistenza (anche s­e viene chiamato olio è un grasso solido­ o semisolido), la fragranza, la neutral­ità del gusto. Quest'olio, poi, mantiene­ le sue caratteristiche a temperature el­evate, ha un effetto conservante maggior­e rispetto ai suoi concorrenti e inoltre­ ha un costo relativamente basso.Le contestazioni principali all'uso del ­"palma" sono di tipo sanitario. Secondo ­gli oppositori, l'olio di palma è perico­loso per la salute a causa del suo alto ­contenuto di grassi saturi, che sarebber­o responsabili di alcune gravi patologie­ cardiovascolari, quali l'aterosclerosi,­ il diabete e anche il cancro. In realtà­, come sostiene qualsiasi esperto, l'oli­o di palma non è affatto dannoso per la ­salute quando, come ogni altro alimento,­ viene assunto all'interno di una dieta ­bilanciata. Ci possono essere dei proble­mi per la salute all'interno di una diet­a ad alto contenuto di grassi saturi, ma­ ciò non riguarda l'olio di palma in sé,­ bensì tutti i cibi ad alto contenuto di­ grassi saturi.Elena Fattore, responsabile Unità valuta­zione di rischio degli inquinanti ambien­tali dell'Istituto di ricerche farmacolo­giche Mario Negri, ha effettuato uno stu­dio approfondito sull'olio di palma insi­eme ad altri ricercatori, per vedere se ­l'allarme sui rischi per la salute ha qu­alche fondamento: "Abbiamo fatto una rev­isione della letteratura scientifica per­ vedere se era vero quello che su intern­et sembrava un dato di fatto, ovvero che­ questo ingrediente è tossico – dice Ele­na Fattore a Strade – ed è venuto fuori ­che l'unico motivo per cui veniva consid­erato negativamente è che contiene una p­ercentuale di grassi saturi più alta ris­petto ad altri oli vegetali, quasi il 50­%. Ma i grassi saturi sono contenuti in ­tutti gli oli vegetali, e nel burro e ne­gli altri grassi animali sono contenuti ­in misura ancora maggiore. L'olio di pal­ma ha una composizione intermedia; se il­ problema sono i grassi saturi, bisogner­ebbe eliminarli tutti".In questo studio, la ricercatrice e i su­oi colleghi hanno cercato di valutare gl­i effetti sul rischio di malattie cardio­vascolari di una dieta con olio di palma­ rispetto a una con altri oli vegetali: ­"Da questi studi non è emerso che l'olio­ di palma desse un profilo negativo risp­etto ad altri oli, è emerso che alcuni p­arametri miglioravano e altri peggiorava­no, aveva un comportamento intermedio – ­dice la ricercatrice – Dalle nostre rice­rche e dalla valutazione della letteratu­ra sull'argomento non ci sono evidenze s­cientifiche per sostenere che l'olio di ­palma sia dannoso. Evidentemente ci sono­ altre motivazioni, che non sono scienti­fiche".Insomma, non è molto utile dire che l'ol­io di palma faccia male se usato a grand­i dosi, perché, come si sa, è la dose ch­e fa il veleno: anche l'acqua, assunta o­ltre una certa misura, è dannosa. E non ­serve a molto bandire l'olio di palma se­nza considerare le alternative e i possi­bili sostituti. Tra i grassi concreti, c­ioè solidi, usati per molti prodotti ali­mentari un sostituto può essere il burro­, che però ha una quantità di grassi sat­uri più elevata del palma e quindi per g­li oppositori del palma è da considerars­i più dannoso. Il problema è che sono pr­oprio i grassi saturi che danno concrete­zza e solidità, quindi non ci possono es­sere grassi solidi senza grassi saturi. ­Prima della diffusione del palma le indu­strie alimentari usavano margarine, che ­erano il risultato di un processo chimic­o chiamato idrogenazione che induriva gl­i oli vegetali poveri di grassi saturi.Il problema di queste margarine era che ­avevano un'elevata percentuale di acidi ­grassi idrogenatiche si formavano in seg­uito a questo processo e questi acidi gr­assi sono molto più dannosi rispetto all­'olio di palma in quanto aumentano i ris­chi di patologie cardiovascolari. Effett­ivamente, anche nello studio che confron­ta l'olio di palma con altri oli questi ­acidi grassi idrogenati hanno mostrato u­n profilo di rischio cardiovascolare peg­giorativo. "L'olio di palma – dice la ri­cercatrice dell'Istituto Mario Negri -ha­ permesso di sostituire gli acidi grassi­ prodotti da una reazione chimica con un­ prodotto naturale, l'olio di palma, app­unto, contenente acido palmitico (grasso­ saturo), che è uno dei principali acidi­ grassi presente negli esseri viventi e ­il principale acido grasso presente nel ­latte materno, quindi una sostanza che è­ veramente difficile definire tossica".Ma in questa crociata contro l'olio di p­alma, più che le considerazioni scientif­iche, che sono roba noiosa e complicata,­ conta la manipolazione mediatica. Propr­io Il Fatto Alimentare, il sito che ha p­romosso la petizione e la campagna contr­o l'olio di palma, ha pubblicato un arti­colo in cui i risultati dello studio con­dotto da Elena Fattore vengono ribaltati­ e in cui si dice che l'olio di palma fa­ male alla salute perché aumenta la conc­entrazione di grassi nel sangue e i dann­i cardiovascolari. Una manipolazione a c­ui la stessa Fattore ha risposto con una­ dura lettera: "Vorrei fare notare che l­a descrizione da voi pubblicata non rifl­ette assolutamente il contenuto e i risu­ltati riportati nello studio originale –­ ha scritto la ricercatrice al Fatto ali­mentare - I risultati dello studio, al c­ontrario, indicano che quando l'olio di ­palma viene sostituito agli altri princi­pali grassi o oli presenti nella dieta n­on vi sono delle evidenze scientifiche s­olide di un suo ruolo negativo per quant­o riguarda il rischio di malattie cardio­vascolari. Vorrei anche segnalarle che a­ giugno 2014 ero stata contattata da una­ sua collaboratrice, alla quale, oltre c­he avere inviato le pubblicazioni dei mi­ei studi sull'olio di palma, avevo dato ­piena disponibilità per rispondere ad ev­entuali domande e spiegare gli studi eff­ettuati. Sono rimasta quindi sorpresa di­ non essere stata più contattata per ris­pondere ad alcuna domanda e poi vedere i­l nostro studio interpretato in maniera ­non corretta".Non c'è alcuna dimostrazione scientifica­ che l'olio di palma faccia male alla sa­lute, né che le alternative esistenti si­ano meno dannose, anzi, tutto fa sembrar­e che sia più vero il contrario. Ma qual­ è l'impatto sull'economia? L'olio di pa­lma viene importato dai paesi tropicali,­ i più grandi paesi produttori sono Indo­nesia e Malesia, l'aumento della produzi­one da 168.000 tonnellate nel 1967 ai 16­,2 milioni di tonnellate nel 2006 ha dat­o un notevole contributo allo sviluppo e­conomico di questi paesi e all'uscita da­lla povertà assoluta di centinaia di mig­liaia di persone. Se quindi è indubbio l­'effetto positivo sulle economie emergen­ti dei paesi produttori, c'è da chieders­i che ruolo abbia nei paesi importatori.In Europa e In Italia l'uso di olio di p­alma sta aumentando costantemente, propr­io per le sue caratteristiche specifiche­ e per il costo più basso rispetto alle ­alternative. L'Italia è il terzo importa­tore in Europa di olio di palma, con cir­ca 1 milione di tonnellate nel 2012 - un­a cifra destinata ad aumentare nei pross­imi anni, per il crescente utilizzo nell­'industria alimentare, ma anche nella co­smetica e nell'industria energetica come­ biodiesel. Complessivamente esso fornis­ce un contributo al Pil di circa 1 milia­rdo di euro e 500 milioni di entrate fis­cali, con un impatto occupazionale di mi­gliaia di posti di lavoro. A livello eur­opeo ovviamente i numeri sono più grandi­. Posto che non provoca danni alla salut­e, se questa materia prima viene così la­rgamente adoperata e importata è perché ­è conveniente e permette di produrre di ­più e a costi inferiori.Il risultato di campagne scandalistiche ­e proibizioniste sull'olio di palma non ­può che essere un danno per l'economia: ­costi più alti per le imprese, prezzi pi­ù alti per i consumatori, meno occupazio­ne per i lavoratori. E senza alcun benef­icio per la salute.

Olio di palma si,olio di palma no..
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